
Chi mi ama, mi segua
Eccoli, i politici 2.0 che da qualche tempo hanno scoperto Instagram per mostrare il loro lato umano e, volendo, persino vulnerabile per racimolare consensi in campagna elettorale: ora a erigere la narrativa del consenso ci pensa il social del momento. Il politico 2.0 è più un animale da tastiera che un oratore da piazza. Parla, mangia e si muove come i suoi follower.
Usa le emoticon, fa i selfie, risponde e si confronta con gli hater. Sceglie foto che possano essere di forte impatto visivo e poi le spalma su tutti i profili. Punzecchia i rivali, segue solo chi vuole (ex fidanzate, nuove conquiste e idoli della canzone nazionalpopolare). E con altrettanta facilità toglie il follow.
Chi mi ama mi segua. Ma poi si ricordi di votarmi il 26 maggio, dice il politico-influencer, facendo a gara a conquistare più utenti dei suoi colleghi. E di follower ne conta a valanga, Matteo Salvini. Con 1,4 milioni di seguaci, il leader leghista è in assoluto il re di Instagram pur avendo perso molte interazioni proprio di recente. E questo nonostante il Capitano continui a postare una media di 400 contenuti al mese. Può invece contare su un bacino di 796mila utenti Luigi Di Maio che posta meno del suo partner di governo (il confronto, a oggi è di 4152 post per Salvini e appena 1461 per il leader grillino).
IL POTERE DI UN POST – Cosa è successo a Instagram? Ha subìto un’invasione da parte della politica o si tratta di una sua evoluzione naturale? Mentre fino a qualche anno fa il social aveva un peso piuttosto marginale nella comunicazione dei politici, superato di gran lunga da Facebook e Twitter, ora la situazione sembra completamente ribaltata.
E se è vero che Instagram non permette di inserire link nei post, rilanciare e ritwittare post altrui (salvo la funzione ‘repost’, comunque ancora poco sdoganata tra i politici), il suo potere resta la capacità di fare storytelling permettendo di scorrere le immagini comodamente da smartphone. Se poi si aggiungono video, stories, dirette e Instagram tv che triplicano i contenuti, allora il discorso cambia perché la narrazione diventa più incisiva e continuativa. Strategia vincente se si considera che 16 milioni di utenti usano Instagram soltanto.
La vetrina, del resto, si presta bene per allungare i tentacoli su una fetta di pubblico più young, facendo incetta di like, cuoricini e commenti a valanga. Qui tutto è concesso e una foto vale più di mille voti. che hanno trasformato il social dedicato alle fotografie in una macchina da propaganda.